Il Tango, una realtà nata ai margini della società che è divenuta arte bandita e maledetta che ha scosso le società e le sue convezioni, è oggi una danza che riesce a far muovere il mondo intero.
Quasi tutte le danze nate nel Sudamerica affondano le radici nella miseria e nell’emarginazione. Immaginate la Buenos Aires della fine Ottocento, popolata da immigrati, quasi tutti italiani, e schiavi che vivevano completamente separati dal resto della società. Il tango è nato nel ghetto e ne è uscito per suscitare scalpore e scandalo, condannato dalla Chiesa in ogni dove.
Quando si parla di tango, infatti, è difficile ricondurlo a una musica, a una danza, o ancora a una canzone, perché è stato un complesso fenomeno sociale. Col tempo i semplici passi hanno assunto l’andamento insolito di una camminata in cui l’uomo avanza e la donna indietreggia, quella della milonga, che a poco a poco si sono evoluti nel tango che oggi conosciamo.
Al tango si lega subito la parola mistero. In effetti il tango delle origini è un linguaggio corporeo, un gioco di sguardi e un insieme di passi improvvisati che solo se entrambi i ballerini sentivano veramente potevano essere eseguiti all’unisono. Mancavano quei comandi che sono stati inseriti successivamente per scopi didattici. Era davvero un mistero che si riuscisse a improvvisare così nelle milongas, e prima ancora nei bordelli e nei locali malfamati, in cui il tango si sviluppò clandestinamente e finì per adottare una veste particolarmente sensuale, quella che gli fece guadagnare l’appellativo di ballo della malavita.
Milonguear significava infatti passare tutta la notte fuori ballando e suonando. Ma andiamo al mistero della parola Tango, ancor oggi discussa. Gli schiavi negri nell’antica Montevideo chiamavano tangòs i luoghi, generalmente chiusi al pubblico, dove celebravano le loro festività al suono dei tamburi. Forse le milongas? Altra interpretazione ricollega la parola al latino tangere, che vuol dire toccare. Il tocco, quello tra un uomo e una donna che si capiscono semplicemente così, con tocchi delicati e sguardi profondi, un linguaggio puramente corporeo che esprime passione e sentimento.
Il tango lo senti o non lo balli. È l’arte di una seduzione profonda, è una musica sinuosa, è un contatto leggero ma di un’intesa intensa.
Ballare tango può insegnare ai ragazzi ad avvicinarsi in maniera sana alla sensualità, ai meno giovani a continuare ad alimentare delle sensazioni che possono assopirsi col tempo tra le vicissitudini quotidiane; il tango educa a sentire fino in fondo le nostre sensazioni e soprattutto a controllarne le manifestazioni.
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